PIEMONTE
Rifugio Zamboni Zappa al Ghiacciaio del Belvedere
Ai piedi dei 4000 del Monte Rosa, l'escursione al Rifugio Zamboni Zappa è un tour glaciologico.
E
5:30 h
13 km
870
8
ESCURSIONE
Dalla parete orientale del Monte Rosa si stacca uno dei ghiacciai più belli d'Italia, per la lunghezza della lingua glaciale che si estende quasi in piano fino al Rifugio Belvedere. Questa bellezza naturale è accessibile a tutti raggiungendo il Belvedere (a cui si può giungere anche con la seggiovia da Macugnaga), e da lì è d'obbligo la traversata al Rifugio Zamboni-Zappa, che permette un più intimo contatto col ghiacciaio.
Da Pecetto di Macugnaga al Rifugio Zamboni Zappa
Percorriamo in auto tutta la Valle Anzasca fino ad oltre Macugnaga e ci fermiamo a Pecetto (m1389). A piedi attraversiamo il paesino e, raggiunta la stazione a valle della seggiovia, prendiamo a risalire in lieve pendenza le ampie piste da sci. Il percorso, monotono ed esposto al caldo sole estivo, è reso piacevole dalla vista sul Monte Rosa, già imponente di fronte a noi. In circa 40 minuti da Pecetto siamo al primo troncone della seggiovia, nei pressi del Ristorante Paradiso (m1613, 40 minuti).
Da qui la sterrata si fa un poco più ripida e descrive due tornantini. A questo punto o proseguiamo sulla sterrata che risale la nuova pista sulla destra (e che ci porta a vedere la fronte settentrionale del Belvedere) oppure prendiamo il sentiero che entra in salita nel bosco. I due percorsi di riuniscono nei pressi del Rifugio CAI Saronno (m1822, 45 minuti) da cui, sempre su sentiero o su pista si arriva rapidamente al Belvedere (m1932, 15 minuti).
Già vediamo, sulla nostra sinistra, cavalloni marroni: le ultimi propaggini del ghiacciaio. Proseguiamo in piano fino a raggiungere il ghiacciaio; l'attraversamento non crea alcun problema perché il ghiaccio è integralmente ricoperto di detriti.
In breve siamo sulla morena opposta, spettacolarmente stretta fra il ghiacciaio e la valle laterale. Ben presto però lo spettacolo finisce: il sentiero taglia in diagonale la morena e si dirige dritto verso la piana che ospita il Rifugio Zamboni-Zappa (m2070, 45 minuti), già da tempo visibile fra gli enormi massi che lo circondano.
Il Lago Effimero del Ghiacciaio del Belvedere
Merita una breve camminata di altri 30 minuti che ci porta a vedere il Lago Effimero, fenomeno glaciale che ha fatto tanto parlare negli anni scorsi, e il Lago delle Locce (m2271, 30 minuti). Attraversiamo il ponticello sul torrente e prendiamo subito a sinistra; tracce di sentiero ci conducono alla fine della piana, dove saliamo fino ad un poggio panoramico.
Da qui è ben visibile quel che rimane del Lago Effimero: nato nel 2001 in una conca creata da un cedimento glaciale del Belvedere, nel 2002 il lago epiglaciale aveva assunto dimensioni notevoli tanto da far seriamente preoccupare la comunità della Valle Anzasca: se i suoi 3.000.000 di metri cubi d'acqua avessero rotto gli argini di ghiaccio, avrebbero raso al suolo metà della valle.
Il lago era talmente grande e "pesante" (3 milioni di tonnellate d'acqua) che pure il movimento del ghiacciaio verso valle sì era accelerato. Per quello che in quegli anni, fra il 2001 e il 2015, il ghiacciaio a valle del lago si mostrava particolarmente voluminoso, perché premuto a monte dal peso del lago. Si nota ancora un po' nelle foto qui sotto — il ghiacciaio era arrivato a "riempire" le morene sino a raggiungere o addirittura superare l'altezza della morena, dando un po' la sensazione di trovarci davanti al Belvedere durante la Piccola Età Glaciale.
Fortunatamente, proprio quando si cominciò a pompare artificialmente l'acqua dall'invaso (procedura già messa in pratica sul Rocciamelone), la natura ha svuotato gradualmente il bacino senza gravi conseguenze. Oggi a testimonianza di questo fenomeno rimane solo una pozza d'acqua sulla superficie del Belvedere.
Il Lago delle Locce
Il Lago delle Locce è chiuso invece in una conca a cui si accede dal "canyon" che abbiamo alle spalle. La parete orientale del Monte Rosa, con la Punta Gnifetti e la Punta Dufour, si mostra qui in tutta la sua bellezza.
Il percorso di discesa a Pecetto è lo stesso di quello di salita (2:15 ore).
MAPPA
FOTOGRAFIE
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COSA PORTARE
La montagna è un ambiente pericoloso: assicurati di avere sempre l'attrezzatura adeguata — scarpe da escursionismo o trail, vestiti pesanti e impermeabili in caso di cambiamenti inaspettati delle condizioni metereologiche, un piccolo kit di emergenza.
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Felpa, pile, o giacca leggera
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Giacca a vento impermeabile (per esempio: uomo / donna)
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Guanti e berretto (non si sa mai)
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Zaino con copertura per la pioggia
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Bastoncini da trekking (non indispensabili, ma aiutano a scaricare il peso dello zaino e ad alleggerire i colpi alle articolazioni)
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Scarpe da trekking o da trail running (in gran voga ultimamente perché leggere. Queste Salomon — uomo e donna — sono un ottimo entry-level, meglio se Gore-Tex)
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Borraccia o thermos
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Ramponcini leggeri se pensi di trovare ghiaccio o neve sul percorso
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Power bank o caricatore per il cellulare
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Macchina fotografica
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Drone, per chi ama "volare" (usato con moderazione e a distanza da altre persone. Ho il DJI Mini 2 da oltre 2 anni e mi ci sono trovato molto bene. Il DJI Mini 3 permette anche di scattare fotografie in verticale)
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Piccolo kit di emergenza (esempio)
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Crema da sole (indispensabile)
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Occhiali da sole